L’auto elettrica è bella, la ricarica meno. I problemi da risolvere

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Elettrico è verde e pulito, ma per correre verso il futuro a emissioni zero serve un impegno diverso da parte di politici e amministratori. In attesa dell’entrata in funzione del nuovo piano Enel, che distribuirà colonnine a ricarica rapida lungo le principali autostrade italiane, chi oggi guida elettrico si trova a fare i conti con una realtà molto complicata. Andare in cerca di un pieno di elettroni può essere una piccola avventura.

Ho fatto qualche interessante esperienza sulla mia pelle. Quando Nissan ha deciso di consegnarmi, per un breve periodo di prova, una Leaf. L’antesignana, la pioniera, la madre di tutte le vetture elettriche, è oggi un prodotto molto raffinato e aggiornato. Con un design più accattivante e comodi spazi interni. Poiché si tratta di un’auto concepita per ospitare le grandi batterie agli ioni di litio. Che assicurano un’autonomnia fino a 200 chilomeri.

I notevoli progressi nello stoccaggio dell’energia sono alla base dell’evoluzione delle auto elettriche e la nuova frontiera dei 400 chilometri è sempre più vicina. Anzi già toccata dall’Ampera-e di Opel e promessa da almeno altri quattro marchi.

Il problema attuale

Ma il vero problema di oggi è che quando la carica finisce, l’automobilista elettrico fatica ad appagare la sua sete di elettroni. Se hai fatto installare nel tuo garage un sistema di ricarica rapida sei a cavallo e puoi dormire sonni tranqulli. In un’ora e mezzo avrai ricaricato le batterie. In caso contrario, se ti attacchi a un a normale presa di corrente, ci vogliono almeo 12 ore per fare il pieno.

E così decidi di cercare le stazioni Enel autorizzate della tua città. Dove puoi fare rifornimento con una tessera prepagata. E scopri che a Bologna ce ne sono due. Una in Fiera e l’altra nei pressi del nuovo Comune, in via Fioravanti. Si dà il caso che siano spesso occupate e che i tempi di ricarica non siano proprio tempestivi. Servono quattro o cinque ore per riportare in alto il livello degli elettroni.

Ecco perché sottoscriviamo la santa battaglia annunciata dal nuovo presidente dell’Unrae, Michele Crisci, per nuove infrastruttuire elettriche dentro le città. Se il futuro passa dagli elettroni, questo è il momento di accendere la luce.

Giuseppe Tassi

 

Ultima modifica: 7 Giugno 2017